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Verdure fritte in pastella di Nonna Elvira

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Tra le vigne, di fronte al Monte Capanne, all’ombra della Fortezza di Marciana, la nonna coltivava le zucchine, che all’Elba si chiamano al maschile “zucchini”.

Erano zucchini speciali, ricchi di fiori gialli, e sotto, per terra, c’era lo zucchino dolce e sodo.

La nonna, vestita di scuro, con la “pezzola” in capo che nascondeva la lunga crocchia di treccia, ancora incredibilmente castana, e con l’immancabile “grembiale”, andava a raccoglierle la mattina presto e, quando mi svegliavo, ne trovavo un cesto pieno in cucina e nonna che preparava la pastella.

Con quella che avanzava, perchè non si buttava via nulla, aggiungeva un uovo e faceva delle frittelle salate.

Ricetta delle verdure fritte in pastella di Nonna Elvira

Acqua ben fredda, possibilmente quella di Fonte Grande o del Poggio. Dai nonni arrivava dalle vicine valli e sgorgava nella grande vasca di granito nel cortile di quella che era stata la casa degli Appiani, in fondo all’omonima via, che a toccarla era liscia e saponosa. “Che acqua strana…” dicevo nella mia testa di bambina abituata a quella di città.

All’acqua Elvira, mescolava la giusta quantità di farina, che solo lei sapeva  perché il segreto era quello.

“Tanto quanto basta – diceva- se no, quando friggi le zucchine, scivola via tutto” e addio frittura buona e croccante.

Senza bilancia o dosatori faceva tutto ad occhio e con la mano giusta per farla nè troppo liquida nè troppo soda. Perfetta, si doveva solo friggere e gustare con una spruzzata di sale!

Le sento ancora scrocchiare sotto ai denti e quelle verdure, così insignificanti se fatte lesse, prendevano nuova vita. Solo dopo molte prove, e tanto tempo, sono riuscita a indovinare le dosi giuste e mi piace così tanto che metto in pastella tutte le verdure che trovo.

 

Giuliana Lupi