parallax background

Acciughe al tegame, una ricetta tradizionale semplice e gustosa.

Gli zeri, pesce onnipresente sulle tavole elbane
14 Marzo 2023
I muscoli, fiore all’occhiello della cucina elbana
29 Marzo 2023
Gli zeri, pesce onnipresente sulle tavole elbane
14 Marzo 2023
I muscoli, fiore all’occhiello della cucina elbana
29 Marzo 2023
 

In larga parte d’Italia sono conosciute con il nome di alici, ma all’Isola d’Elba si chiamano acciughe, mantenendo l’origine latina della parola da “apiua” o “apiuva” che stava ad indicare un pesce piccolo. L’uso di questo termine quindi deriverebbe direttamente dalla dominazione dei Romani, ma potrebbe anche essersi diffuso grazie agli antichi commerci con i Liguri che come noi erano abituali pescatori e venivano ad acquistare i nostri vini.

Le acciughe erano senz’altro considerate pesce povero: grazie alla tecnica della salatura si potevano conservare a lungo e quindi garantivano un certo risparmio alle famiglie del posto, ad esempio; del resto il nostro mare è sempre stato pescoso ed era uso comprarle direttamente dai pescatori e consumarle fresche: si racconta infatti che spesso i contadini le mangiavano fritte accompagnandole con un bel bicchiere di vino durante le ore più calde.

Sono veramente molti i modi con cui ci si può sbizzarrire a prepararle in cucina, servendole sia come antipasto che come secondo, oppure preparando un sugo per un primo gustoso e saporito.
Questa ricetta in particolare la faceva mia nonna, originaria di Porto Azzurro, e risale per tradizione al dominio spagnolo del versante orientale dell’Elba:

Mezzo chilo di acciughe fresche;
Olio extravergine di oliva;
2 spicchi d’aglio;
Un ciuffo abbondante di prezzemolo;
Mezzo bicchiere di vino bianco;
Una manciata di capperi sotto aceto

Per prima cosa si pulivano le acciughe, togliendo la testa, le interiora e lavandole bene. In un tegame si metteva l’olio, si disponevano le acciughe in fila una per la testa ed una per la coda; una volta fatto questo si cospargevano con l’aglio ed il prezzemolo tritati, con una manciata di capperi, sale e pepe quanto basta e si coprivano con il vino bianco. Solo a questo punto si mettevano sul fuoco, tenendolo medio fino a che tutto il vino non fosse evaporato. A questo punto il piatto era pronto da servire caldo e da consumare subito.

Giada Lottini