Sant’Ilario: ricette per tre generazioni
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30 Aprile 2020[vc_row css=”.vc_custom_1587143062746{padding-top: 100px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/5″][/vc_column][vc_column width=”3/5″][vc_column_text]Questo è un piatto magico perchè può essere eccellente o insignificante. Come in tutti i piatti semplici, le proporzioni e i tempi sono fondamentali, nessun sotterfugio può ingannare il sapore assoluto!
Ho avuto la fortuna di assaggiare questo piatto per la prima volta preparato da Alvaro Claudi, durante un corso di cucina elbana, e me ne sono innamorata.
Ha il sapore buono delle cose genuine e sincere. Ed ora che il baccalà è diventato un ingrediente prezioso, dimentico delle fatiche dei minatori che se lo portavano al lavoro per il frugale pasto a metà giornata, ti ricorda che l’ingrediente fondamentale era l’amore di chi lo preparava, capace di trasformare la povertà in ricchezza.
- Baccalà ammollato
- aglio in camicia, peperoncino
- nepitella
- brodo vegetale
- pane casalingo
- olio
Soffriggere l’aglio in camicia con il peperoncino e la nepitella, far sfrigolare un pochino e poi aggiungere brodo vegetale a piacere.
Lasciare un pò ridurre il liquido poi aggiungere i pezzetti di baccalà, grandi se servirete la sburrita come secondo piatto, più piccoli se sarà un antipasto.
Cuocere poco poi abbrustolire le fette del pane casereccio, agliarlo e versarci sopra alcuni pezzi di baccalà e un po’ di brodino. Aggiungere olio buono!