La cioccolata di Amelia
17 Aprile 2020Verdure fritte in pastella di Nonna Elvira
17 Aprile 2020[vc_row css=”.vc_custom_1587143062746{padding-top: 100px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/5″][/vc_column][vc_column width=”3/5″][vc_column_text]L’odore già si avvertiva, dal fondo delle scale, annunciando che la mamma aveva cucinato quel piatto familiare e tanto saporito.
Ai bambini non piacciono davvero le verdure… Eppure… l’odore fresco del basilico e dell’aglio pestati insieme nel mortaio di marmo, portato in dote da Marciana, con pecorino e un pizzico d’amore, era veramente allettante per loro. E cosi era promosso da tutta la famiglia il minestrone di verdure con fagioli borlotti freschi.
La bambina lo voleva sapere cosa c’era dentro… E tuffava quel suo nasino curioso nella pentola dove vedeva galleggiare, alla rinfusa: carote, zucchine, patate, sedani, pezzetti di bietole e i famosi borlotti freschi sgranati, con i colori della primavera.
E poi, il bollore forte mandava su un fumo gradevolissimo, quello del pesto alla genovese, inaspettatamente messo lì, nel minestrone marcianese, per arricchirne il gusto.
Bastianina lo faceva alla moda , appunto, dei “genovesi” che arrivavano dal continente a comprare il vino che nonno Giovannantonio, sensale della Cala, portava, a dorso di mulo, sul molo della Marina, per imbarcarlo a bordo dei leudi. Panciuti, con le vele ammainate, ondeggiavano promettendo altri approdi.
Nonno era ospitale, come lo sapeva essere la gente a quel tempo, con l’accoglienza semplice e genuina dei contadini, dividendo quel che passava la tavola, o l’orto, o la vigna. Ma per far sentire a casa quei soci d’affari, che erano anche amici, metteva nel minestrone toscano i profumi della Liguria.
È si, quello è rimasto anche l’odore di casa mia, nei miei ricordi di bambina, vivo ancora oggi.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/5″][/vc_column][/vc_row][vc_row full_width=”stretch_row” css=”.vc_custom_1587142864964{padding-top: 32px !important;padding-bottom: 32px !important;background-color: #b22700 !important;}”][vc_column][vc_column_text]
Ricetta del minestrone alla genovese di Bastianina
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/5″][/vc_column][vc_column width=”3/5″][vc_column_text]Pestare nel mortaio una manciata di basilico e un paio di spicchi d’aglio (per evitare che “venga a gola” si consiglia di togliere l’anima) e un pezzetto di pecorino. Se ci sono pinoli o mandorle ci stanno bene. Mettete il battuto con un paio di cucchiai d’olio d’oliva sul fondo di un tegame alto e fate rosolare.
Tagliate a pezzetti la verdura che avete a portata di mano, se è primavera, anche le fave fresche o i pisellini. Buttatele nel “pentolo” e insaporitele con il pesto, versate un litro d’acqua e lasciate bollire una ventina di minuti.
Impiattate con un filo d’olio, del pecorino grattugiato, oppure dei pezzetti di formaggio fresco, tipo primosale (a Marciana portavano le caciotte dai Caprili) e qualche fogliolina di basilico. Ottimo anche con pezzetti di pane di campagna abbrustolito.