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La cioccolata di Amelia

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Al tempo in cui gli wedding planner erano di là da venire e non c’era bisogno di dover scegliere la location giusta per un matrimonio (perchè tanto ci si sposava nell’unica chiesa che c’era) nei piccoli paesi elbani esistevano comunque delle persone in grado di aiutare ad organizzare uno sposalizio perfetto.

Erano donne in grado di cucire, preparare dolci ed allestire addobbi floreali con una abilità tale da far invidia ad un moderno professionista che ora, per realizzare le medesime cose, avrebbe bisogno di tre persone diverse.

Anche oggi Sant’Ilario viene spesso scelto come luogo ideale per celebrare un matrimonio, grazie alla suggestione dell’ambiente caratteristico, alla bellezza della sua chiesa, all’ariosità della piazza antistante, senza presenza di auto, che la rende come sospesa nel tempo.

Nei ricordi dei più anziani del paese c’è quello di una signora (anzi “signorina” fc, perchè ai quei tempi si diceva così anche per le donne d’una certa età che non si erano mai sposate e ci tenevano a questo stato distintivo) dalle mani d’oro, quasi come quelle di una fata buona.

Si chiamava Amelia, un nome gentile e delicato di sapore ottocentesco, quale era il secolo in cui era nata.

Amelia Martorella apparteneva ad una numerosa famiglia, i cui discendenti ancora vivono, o hanno casa, a Sant’Ilario, dove il cognome Martorella è molto diffuso insieme a quello di Soria, Tesei, Grassi, verosimilmente tutti discendenti da pochi ceppi originari.

Amelia sapeva ricamare, cucire abiti, cucinare. Possedeva grande abilità ed innato buon gusto. Una sua fotografia che la ritrae ormai anziana, mostra una donna dai capelli bianchi , con un abito nero molto semplice, ma da tutta la sua figura traspare un’eleganza naturale di modi e di tratto, accresciuti da tale sobrietà.

Le nipoti raccontano che la sua casa era molto curata nei minimi particolari, altro segno di attenzione al bello.

Quando c’era da organizzare un rinfresco, Amelia metteva a disposizione il suo gusto e la sua abilità.

Oltre a realizzare bellissimi abiti per le spose, aiutava le altre donne del paese a preparare i dolci tipici delle grandi occasioni: corolli farciti, frangette, struffoli. Tutte si aiutavano a vicenda per la buona riuscita della festa. Ma la grande specialità di Amelia era la cioccolata…e naturalmente questo particolare goloso fa sì che all’immagine vera di lei si venga a sovrapporre il volto di Juliette Binoche in “Chocolat”.

Anche Amelia diventa così la maestra cioccolataia che incanta l’intero villaggio: si sa che, quando fatti e persone si allontanano nel tempo, la fantasia riesce a ricamare suggestioni con le quali si aggiunge o si sostituisce alla realtà. Ma qualcosa di tangibile rimane: la ricetta preziosa della cioccolata di Amelia esiste ancora, scritta nero su bianco. È custodita da Ivana Tesei come un segreto prezioso e qualche volta viene preparata in occasione di feste in paese.

Così, il tocco inconfondibile di Amelia riesce ancora a donare felicità!

Maria Gabriella Bassani